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Una vittoria pesantissima, stoica, quella ottenuta dal Monza nella trasferta di Cittadella, non solo perchè conquistata in piena Zona Cesarini col match winner Ciurria. E' infatti da rimarcare la modalità con cui sono giunti i tre punti; affermazione che fa gridare all'impresa, anche il più ottimista non avrebbe immaginato probabilmente un finale del genere.

Sul piano tecnico il Monza è stato messo in campo col canonico 1-3-5-2, ormai marchio di fabbrica del tecnico di Mulazzano. Roster falcidiato dalle assenze: recuperati Di Gregorio e Valoti, Mazzitelli confermato in cabina di regia (con Barberis mezzala destra), davanti titolarità a Gytkjær e Mota. Il Citta di Gorini ha risposto implementandosi con lo schema 1-4-3-1-2, l'ex monzese Vita, frizzante, mezzala destra, la 'bestia nera' Baldini ad imprimere rapidità, gamba e pochi punti di riferimento tra le linee, con la fisicità e reattività di Tounkara (in coppia col finalizzatore Beretta) nel pacchetto offensivo.

I biancorossi hanno approcciato positivamente alla gara, in tutti gli ambiti, in primis quello dell'atteggiamento. La squadra, nella prima mezzora, ha tenuto bene il campo, lavorato bene in pressione, mantenendo tendenzialmente le corrette distanze tra reparti e disimpegnandosi egregiamente sul piano dell'abilità condizionale, con forza ed efficacia a contrasto, recupero immediato sfera e seconde palle. Anche sulla transizione positiva Sampirisi e company sono apparsi sul pezzo, con una più che buona fluidità di manovra ed idoneo scaglionamento. In tutto questo i Bagai hanno anche creato tre/quattro chance (alcune ghiotte) da rete, tra cui quella del vantaggio, concretizzatasi da corner. Da evidenziare un paio di uscite palla che hanno portato, rispettivamente, un potenziale pericolo ed una netta opportunità col solito Baldini (chi se non lui) dalla distanza. Dopo una buona prima mezzora monzese, i padroni di casa si sono fatti preferire, trovando poi anche la rete del pari, su rigore, dopo un'ingenuità difensiva individuale.

Nella ripresa è accaduto l'impossibile, con il manifestarsi di un vero e proprio contesto thrilling; gli ospiti vittime di chiaro blackout, che hanno staccato la spina a livello mentale, perdendo quasi totalmente lucidità d'azione per la prima tranche di seconda frazione. Il Monza è rimasto in nove (fuori gioco due difensori), nel giro di tre minuti, dopo un quarto d'ora; la partita (22 falli a testa alla fine), già maschia, tesa (8 ammonizioni e due espulsioni nel complesso) di suo, è divenuta una vera e propria battaglia, col direttore di gara non totalmente in grado di gestirla, tutt'altro. Nel marasma generale i brianzoli son passati ad una difesa a quattro (abbassamento di Molina e Pedro Pereira, con l'inserimento di Bettella), con tre mediani ed una punta (che in non possesso si allargava in contenimento). Paradossalmente si è sofferto meno, il giusto per lo meno. La squadra ha infatti saputo patire, non disunendosi mai, le pedine sacrificatesi l'una per l'altra, palesando grossa forza mentale e non capitolando mai. Ne è nata una come detto una battaglia dai sapori antichi, quasi atavici, da calcio di una volta, col fortino difensivo che nelle fasi finali caotiche conteneva addirittura, in alcune situazioni, anche a cinque (seppur lo schieramento disponeva sempre di una linea a quattro). Inevitabili i due grossi pericoli subiti, con Beretta e il terzino Del Fabro, a far sbiancare qualsiasi aficionados biancorosso; ma il 1912 non è comunque rimasto a guardare (possesso palla 59 a 41 ad appannaggio dei veneti, non così netto vista la doppia inferiorità), ha colto un palo esterno da punizione, aggredendo l'offendente con giudizio, creando un'attenta densità, accennando qualche contropiede. Ed i subentrati, come ormai consuetudine, hanno offerto un gran contributo, incidendo sulle sorti delle ostilità. Già, perchè l'idolo di giornata è stato proprio il "Fante" emiliano Ciurria, da 19' in campo, che sull'out destro, in pressione, ci ha creduto e, sull'errore sciagurato del terzino mancino Donnarumma, ha infilato Kastrati.

Un Monza dal cuore pantagruelico, che si è rilanciato dopo gli ultimi passi falsi e può ancora credere alla promozione diretta con convinzione. La squadra ha evidenziato il giusto atteggiamento, quella personalità, applicazione nella capacità di soffrire, anche nelle difficoltà, che è imprescindibile. E' un segnale da cogliere, questo match può e deve essere la svolta, il turning point per questo ultimo terzo di stagione. Bisogna ora perseverare, parola d'ordine continuità. E naturalmente, crederci!

foto Studio Buzzi