Como-Monza: un importante derby lombardo ad alta tensione
Monza-Como è uno tra i derby lombardi più accesi e longevi del panorama calcistico professionistico.
Parlando del presente, questa partita rappresenta un vero e proprio scontro salvezza poiché Como e Monza si trovano ad occupare rispettivamente il terzultimo e il penultimo posto in classifica e sono separate da un solo punto. Entrambe le squadre stanno attraversando un momento difficile della loro stagione, poiché sia la squadra di Nesta che quella di Fabregas non trovano la vittoria da troppo tempo, addirittura bisogna tornare indietro al 29 settembre per trovare gli ultimi tre punti del Como. Una prima parte di stagione al di sotto delle aspettative iniziali, soprattutto per i lariani vista la grande campagna acquisti fatta in estate e per l’entusiasmo di tutto l’ambiente, portato dal ritorno in massima serie attraverso il bel gioco espresso.
Le origini e la storia della rivalità tra Como e Monza
Sin dagli inizi del calcio, Como e Monza si sfidarono nelle serie minori mettendo in atto sfide dalle alte tensioni poiché si giocava spesso per le posizioni di vertice. Successivamente, la rivalità tra le due squadre si accese ancor di più tra gli anni ’60 e ’80, a causa di due episodi. Per capire il clima di quegli anni, basti riprendere le parole utilizzate recentemente da Adriano Galliani in un’intervista. In quegli anni, l’attuale amministratore delegato dei biancorossi faceva parte della curva e degli ultras della squadra brianzola e descrisse pessimo il rapporto tra le due tifoserie per l’accoglienza ricevuta dai biancorossi, con lanci di sassi e l’utilizzo della violenza, quando il derby si disputava a Como.
Sul campo, il primo grande episodio spartiacque risale al 28 maggio 1967 quando all’ultima giornata Como e Monza si trovarono al primo posto a pari punti nel campionato di Serie C. Questa situazione di classifica portò ad uno spareggio per decidere chi sarebbe stata la squadra ad essere promossa in Serie B che si disputò sul campo neutro di Bergamo. La partita si concluse con la vittoria del Monza per 1-0, grazie alla rete di Maggioni che sancì una doppia batosta per i rivali comaschi non facile da digerire.
Ma è 13 anni dopo, il 13 aprile 1980, che la già caldissima rivalità si infiammò definitivamente con la tremenda vendetta comasca. Allo stadio Gino Alfonso Sada di Monza si trovarono di fronte due big della serie cadetta: la capolista Como contro il Monza, terzo in classifica a -3 dai lariani. La partita finì 3-3, con una clamorosa rimonta dei lariani grazie ad un rigore molto discutibile concesso nei minuti finali. Questo episodio venne visto da parte di tutto l’ambiente biancorosso come una svista arbitrale imperdonabile, a tal punto che l’arbitro venne scortato dalla polizia per uscire dallo stadio.
Dalla stagione 1990-91 in poi, il derby tra Como e Monza si è disputato prevalentemente in Serie C e senza particolare continuità, condizionato dai fallimenti societari. Prima di oggi, l’ultimo scontro tra le due rivali risale alla stagione 2021-22, conclusa con la promozione brianzola: 3-2 per il Monza all’andata, 2-0 per il Como al ritorno.
Un progetto ambizioso contrastato da delle difficoltà sul campo
Il Como ha la proprietà più ricca d’Italia, nello specifico rappresentata dagli indonesiani Robert e Michael Hartono che vantano un patrimonio di oltre 40 miliardi di dollari. Una cifra astronomica, che li colloca nella Top 10 dei proprietari di società sportive più facoltosi del pianeta, nettamente davanti ai colleghi delle big del nostro calcio.
I prossimi obiettivi dichiarati della proprietà biancoblù sono aumentare il valore del club fino a un miliardo di euro, ristrutturare e ammodernare il Sinigaglia e, ovviamente, costruire una squadra che possa arrivare a competere per le posizioni di vertice in Serie A.
Queste ambizioni della proprietà indonesiana sono state evidenziate dalla grande campagna acquisti fatta per dare una squadra attrezzata a mister Fabregas per poter dire la sua in questo campionato. Sono stati numerosi gli acquisti conclusi dal Como, tra cui nomi a effetto, da Raphaël Varane a Pau López passando per Pepe Reina, Alberto Moreno e Sergi Roberto, per arrivare poi a Nico Paz la vera stella della squadra per l’elevata tecnica dell’ ex Real Madrid.
L’undici titolare è cambiato nella maggior parte dei ruoli tranne l’attacco che è rimasto pressoché invariato con il solo cambio nel ruolo di trequartista, prima di Verdi e poi di Nico Paz. Tuttavia, tutti questi nuovi arrivi ci metteranno un po' di tempo ad amalgamarsi nel nuovo ambiente e sarà dunque compito di Fabregas trovare la quadra. Infatti, nelle prime quattro giornate il Como fece molta fatica a sviluppare il suo gioco e anche a raccogliere punti, appena due.
Alla quinta giornata, la svolta sembrava essere arrivata per la squadra di Fabregas dopo una roboante vittoria per 3-2 in casa dell’Atalanta, una delle squadre più in forma del campionato.
Questa prestazione venne riproposta la settimana dopo al Sinigallia, dove i padroni di casa si imposero con lo stesso risultato ma a pagarne le spese fu il Verona.
Dunque, sembrava l’inizio di un periodo roseo per i lariani che parevano aver trovato la quadra, grazie anche ai calciatori spagnoli che conoscevano molto bene il gioco di mister Fabregas ed aiutarono l’ex calciatore a trasmetterlo agli altri membri della squadra. Tuttavia, dopo quella partita la sfortuna iniziò a colpire i comaschi per i numerosi infortuni, tra cui quello pesantissimo di Sergi Roberto, i risultati non in linea con le prestazioni offerte, dove si è spesso vista l’idea di gioco del Como.
I troppi errori difensivi hanno portato i lariani a numerosi risultati deludenti che ad oggi risulta essere la seconda peggior difesa del campionato, con 25 gol all’attivo dietro solo al Verona. Inoltre, la produzione offensiva non è delle migliori vista la mancanza di un bomber e le tante occasioni sprecate.
Tutto quello che c’è da sapere sul gioco di Fabregas
Cesc Fabregas
Il Como scende in campo con un 4-2-3-1 fatto di tanto possesso palla per andare poi a giocare in ampiezza e crearsi lo spazio giusto per andare a concludere.
In fase di costruzione, la squadra di Fabregas si mette con una sorta di 2-4-4 dove i due centrali insieme al portiere impostano l’azione andando a cercare uno dei due mediani o uno dei due terzini che si sono alzati, appunto al livello dei centrocampisti. Una volta compiuto questo passaggio, la batteria dei trequartisti e la punta che ad inizio manovra stavano molto alti, creando uno spazio centrale, devono venire in contro a legare il gioco e formare dei triangoli con il terzino e il centrocampista. A questo punto una volta creata densità in una zona del campo si cerca il cambio gioco soprattutto da parte del trequartista, ovvero Nico Paz che è molto cercato dai compagni e molto spesso cerca la giocata personale per liberarsi del marcatore e mandare in porta i compagni.
In fase difensiva il Como marca a uomo con il trequartista che va a marcare il mediano avversario, con una pressione alta per riconquistare subito il pallone e fare il proprio gioco.
Dunque, il Monza dovrà essere bravo a limitare Paz con uno tra Bondo e Bianco che se ne occuperà per tutta la partita poiché la classe 2004 è la fonte di gioco della squadra di Fabregas. Inoltre, la squadra di Nesta sarà costretta a non tenere la maggior parte del possesso e quindi bisognerà sfruttare le palle alte su Djuric, vista anche l’assenza di Dossena, e metterla sul piano fisico e su quello agonistico poiché i derby sono partite a sé.