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C’è un dato oggettivo da cui partire per commentare la sconfitta del Monza nel derby di Como. Nelle nove gare che la squadra di Gattuso ha disputato in casa precedentemente a questa (praticamente un intero girone), i lariani avevano vinto una sola partita (col Cosenza), pareggiandone sei e perdendone due. Quindi, nessuno osi pensare che il Monza abbia giocato e perso su un campo difficile, davanti ad un avversario insormontabile. Se il Como, squadra di caratura modesta e comunque nettamente inferiore ai biancorossi, ha fatto la sua figura, la colpa è stata esclusivamente di un Monza che, dopo l’intervallo, si è mostrato sottotono, impacciato, impreciso e deludente. Punto e a capo.

Naturalmente, non pretendo che tutti concordino appieno col mio punto di vista. Ma sarei sorpreso se qualcuno potesse sostenere con convinzione il contrario. Personalmente, temevo questa prova, la prima dopo una sosta arrivata a chiudere un ciclo di quattro vittorie consecutive. La temevo perché la continuità mentale di questa squadra non è mai stato un punto di forza, anzi… Per fortuna tra pochi giorni si gioca di nuovo. Prima di poter cancellare questo brutto risultato, un’attesa di una settimana sarebbe stato un tempo troppo lungo a poco più di un mese dalla fine del campionato.

Non tutto è perduto, ma occorre rimettersi subito in carreggiata. I risultati dell’ultimo turno hanno abbassato la quota per la promozione diretta. Cerchiamo di vedere ancora il bicchiere mezzo pieno, non abbiamo altre soluzioni. Questa è la prima sconfitta stagionale in cui il Monza non “regala” punti ad un’avversaria diretta di classifica.  Magra consolazione? Sì, forse. Ma è una delle poche cose non negative e occorre tenerne conto. Così come sarà necessario tener conto che, come sottolineato da Stroppa a fine gara, tirare nello specchio della porta avversaria due volte su diciassette tentativi e con il 68% di possesso palla è sintomo di qualcosa che non funziona. Caro mister, giochi chi sta bene, chi ci mette impegno e dedizione. Non chi ha tecnicamente i mezzi migliori ma non mostra spirito di sacrificio. 

Si dice che spesso le sconfitte costituiscono momenti di riflessione e punti di ripartenza. Perché danno la scossa. Speriamo sia così. 

Paolo Corbetta