Amarcord biancorossi - B come Balotelli nel 2020… B come Beccalossi nel 1985: quando un big veste il biancorosso
Premessa fondamentale e da leggere bene: è un altro calcio. In tutti i sensi ed a tutti i livelli. Organizzativo in primis, ma qualche analogia c’è. Ed un minimo di inquietudine la crea.
Campionato di Serie B 1985-86: il Monza si presenta ai nastri di partenza con discreta considerazione. Gli addetti ai lavori sono particolarmente stuzzicati dal potenziale offensivo brianzolo: il ritorno di Dustin Antonelli dopo una ottima carriera e lo Scudetto della Stella con il Milan, l’ottima caratura tecnica di Claudio Ambu, la vena ispiratrice dell’ex cagliaritano Crusco alle loro spalle. L’avvio è altalenante ed inferiore alle attese ma il mercato di novembre (in vigore in quegli anni) riserva il botto: Evaristo Beccalossi !!! Giornali e TV strombazzano la notizia.
Curiosità a mille, attesa spasmodica. Un amico malato di Monza si presenta gasato al primo allenamento del Becca a Sant’Albino ma un paio di giorni dopo (senza i social i tempi di allora erano molto più dilatati) ‘gela’ noi che pendevamo dalle sue labbra: “Ha il culo di una lavandaia: dovrebbe allenarsi per un mese prima di giocare”. Ma la squadra non va, Magni sente la panca traballare e brucia i tempi: il 24 novembre 1985 l’ex numero 10 dello scudetto interista debutta in un "Sada" da tutto esaurito. Monza-Lazio 0-0. Un paio di tocchi di classe, condizione atletica da torneo aziendale, trotterellante cadenza felpata fino al minuto 65 quando viene rilevato da un non ancora 16enne di cui si dice un gran bene: Gigi Casiraghi. Anticipare i tempi per andare in campo è colpa che presenta conto salatissimo: il Becca va in panca per onor di firma la settimana successiva (Brescia-Monza 2-0) poi si arrende a stiramenti, contratturine e patologie affini, sparendo dai radar mentre il Monza affonda miseramente e Carosi subentra a Magni. Mi chiamo Evaristo e certo non insisto riappare alla fine di gennaio nel secondo tempo di un pirotecnico Vicenza-Monza 5-3. Per il primo gol (su rigore ed a partita già archiviata con l’ennesima sconfitta, Sambenedettese-Monza 3-1) si dovrà attendere il 16 febbraio 1986. La condizione fisica, minimamente accettabile, arriverà invece solo in primavera ed un Monza ormai ultimissimo e spacciato darà qualche ritardato sussulto di dignità con una miniserie positiva (vittoria al "Sada" col Cagliari, colpaccio allo stadio "Olimpico", pareggio interno col Brescia e 3-2 casalingo al Cesena, doppietta di Evaristo dal dischetto), finalmente ispirata dal duo Beccalossi-Antonelli. Ai quali mesi di lavoro avevano finalmente fatto perdere la ‘zavorra’ da lavandaia che li aveva caratterizzati in modo imbarazzante… La sconfitta di Cremona mise fine alle illusioni di un miracolo ed il Monza tornò in Serie C con un mese di anticipo. Disastro. Velo pietoso sui numeri del Becca: 14 presenze, 3 gol, nessuno su azione, 1 espulsione.
Torno alla premessa: oggi è un altro calcio. In tutti i sensi ed a tutti i livelli. Organizzativo in primis. Ma qualche inquietante analogia c’è: la considerazione iniziale degli addetti ai lavori per il Monza, il grande potenziale offensivo biancorosso, un big dalla ottima carriera e dallo Scudetto vinto con il Milan (allora Dustin oggi Boa), l’avvio altalenante ed inferiore alle attese, l’allenatore che sente la panca traballare… ed il clamoroso colpo di mercato di fine autunno pompatissimo dai media con la stessa età (30 anni, mese più mese meno) e la comune militanza interista dei protagonisti. Oggi è un altro calcio: Super Mario non scenderà certo in campo prima di aver ritrovato una condizione fisica accettabile. Tuttavia la storia è maestra di vita e noi – romanticamente legati al passato – abbiamo scavato negli archivi personali biancorossi e raccontato a modo nostro, perché errare è umano ma perseverare sarebbe diabolico. Cicerone e Sant’Agostino sono gli ispiratori delle due frasi citate o rientrano nel novero dei candidati alla eventuale sostituzione di Brocchi se dovesse andare male a Venezia?
Fiorenzo Dosso