Monza, l’amarezza di domenica non cancella la favola di Christian Gytkjær
Saluti amari per Gytkjær, ma non è ancora finita…
Doveva essere la giornata di Christian Gytkjær e in effetti lo è stata. Il vichingo biondo del Monza è stato protagonista durante tutta la settimana per le strade della città brianzola che si preparava a tributarlo con il meritato saluto per i suoi anni in biancorosso, tributo espresso anche in campo con gli applausi dei tifosi del Monza che rivedono in Gytkjaer l’uomo simbolo dell’approdo in serie A.
Indimenticabili i gol contro il Pisa lo scorso anno che hanno sancito la promozione del club di Berlusconi nel massimo campionato italiano. Eppure, se da una parte il calcio premia e da soddisfazioni, dall’altra, può essere veramente crudele. Monza-Lecce è stato per Christian, scenario di un rigore sbagliato e uno causato che ha portato alla vittoria la squadra avversaria, un mix di emozioni e sensazioni che difficilmente il vichingo dimenticherà. La stella di Christian Gytkjær resterà comunque impressa nel firmamento biancorosso, la sua umanità, umiltà e il suo contributo in campo e fuori sono valori indissolubili che continueranno ad essere ben impressi nella gente di Monza. Ci sono giocatori che, nonostante non siano riconosciuti come “bomber” o fuoriclasse, sono perno portante di una squadra e di un progetto ambizioso.
Christian è nato in Danimarca nel 1990, il suo percorso nel mondo del calcio inizia a 15 anni nel settore giovanile del Lyngby, da lì in poi cambierà diverse destinazioni, senza mai esplodere realmente, fino al 2020, anno in cui troverà in Monza il suo posto ideale. Tre anni intensi, emozionanti, protagonista di una favola romantica che ieri si è chiusa con un pizzico di amarezza ma con la gratitudine di squadra, staff e tifosi verso un giocatore che in punta di piedi ha conquistato la riconoscenza di una città, un giocatore capace di ascoltare, aspettare la sua occasione, incitare i compagni in campo perché il bene del gruppo è più importante di quello individuale. Definito in passato, durante i suoi anni a Monaco, giocatore “stampella” nella sua accezione positiva, ovvero: un compagno che sostiene l’intera squadra, un compagno su cui fare affidamento quando le cose vanno male.
Il suo gol contro la Juventus ha rappresentato l’apripista di una stagione favolosa, un regalo fatto a mister Palladino per la sua prima in A, lo stesso che domenica ha deciso di far tirare a Christian il rigore decisivo che poteva portare alla vittoria del Monza, perché Christian lo meritava, perchè in stagione non poteva essere ricordato solo per i gol ai bianconeri. Quegli 11 metri rappresentavano la ciliegina sulla torta in una giornata di festa purtroppo interrotta dagli episodi, ma come diceva qualcuno: “non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”. Domenica si torna in campo per l’ultima partita del campionato, il sogno europeo non è ancora svanito, a Bergamo per Gytkjær sarà l’ultima partita con la maglia biancorossa e chissà magari il destino questa volta sarà dalla sua parte.