Turati, il muro del Monza: 'Sono un po' matto. Ecco perché ho scelto i biancorossi...'
Il portiere biancorosso si è raccontato ai colleghi de La Gazzetta dello Sport
L'intervista di Turati alla Gazzetta dello Sport: l'Inter
Si parte inevitabilmente dalla partita contro l'Inter:
Sarà difficile, i nerazzurri sono forse la squadra più forte in questo momento in Italia: speriamo bene... Io da bambino lì sono cresciuto e poi sono stato scartato: se l'ho presa bene? Ero piccolo, non ho neanche elaborato bene quello che è successo. E oggi dico: ogni società decide legittimamente cosa fare, evidentemente ero meno bravo di altri, nessun problema.
Spazio quindi alla strategia per fermare gli attaccanti nerazzurri:
Siamo una squadra, ci vuole la collaborazione di tutti: io da solo potrei fare poco. Contro le grandi squadre serve anche un po’ di fortuna e nel calcio non si sa mai.
Turati, lo scorso anno, con la maglia del Frosinone, ha preso gol da Dimarco da oltre 50 metri:
Le mie sensazioni? Ovviamente ci restai male. Secondo me non voleva tirare in porta, però è un parere personale. Resta il fatto che fece un gran gol, con una traiettoria perfetta, del resto lui è un grande giocatore, cresciuto moltissimo negli ultimi anni.
L'intervista di Turati alla Gazzetta dello Sport: la scelta di Monza
Quindi si vira verso altri temi, più precisamente il suo trasferimento in biancorosso.
Sono in prestito dal Sassuolo, che ringrazio per avermi lasciato partire: io volevo restare in Serie A per il mio percorso di crescita e loro, in testa l’a.d. Carnevali e il d.s. Palmieri, mi hanno accontentato. Il resto lo ha fatto Adriano Galliani: è stato molto convincente e la cosa mi riempie di orgoglio. Perché lui è un uomo di calcio, uno che ha vinto tutto e sentirlo interessato a me, mi ha fatto un certo effetto. Il primo contatto c’è stato a inizio estate, prima dell’inizio dei ritiri, poi il tutto si è concretizzato a fine agosto e ora sono felice di essere qui.
Ma cos’altro ha inciso sulla scelta? Lo spiega l'estremo difensore biancorosso nel prosieguo dell'intervista:
Mi sono confrontato con il mio grande amico Di Gregorio e lui mi ha parlato benissimo di Monza, delle strutture, della serietà della società e di... Alfredo Magni, il preparatore dei portieri. Questa è una figura che nel mondo del calcio viene sottostimata, invece è importantissima, per me fondamentale.
E sui portieri preferiti non ha dubbi:
Maignan, Sommer e dico anche Di Gregorio.
Con l'ex portiere del Monza c'è una vera e propria amicizia, nata ai tempi del Renate.
"Siamo cresciuti assieme, abbiamo vissuto una stagione bellissima nel Renate e abbiamo anche un gruppo Whatsapp con dentro pure Matteo Cincilla che oggi gioca nel Pavia. In quel Renate io ero il terzo portiere, avevo 15 anni, e Di Gregorio il primo.
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