Amarcord Biancorossi - Mascella, quel rigore parato a Bari e quell'abbraccio eterno col Sor Guido
La sintesi perfetta nel post di Roby Fontanini: “Addio Poerio, è bastata una stagione insieme per ricordarti per sempre”. In effetti il numero 1 di Novafeltria, che è andato avanti ieri, in biancorosso ha un numero di presenze (25) non particolarmente elevato. Mascella – per chi continua a pensare che il calcio di quegli anni sia stato il più bello ed il più romantico – è nella eterna memoria collettiva soprattutto il portiere della Ternana (114 volte tra i pali in tre anni di Serie B) e dell’unica stagione in Serie A della Pistoiese (1980-81).
Per fortuna, però, l’intensità non è un numero ma un sentimento. E quella tra il baffo furbo di Poerio ed il Monza è stata tanta roba. Stagione 1982-83: tornati tra i cadetti, i biancorossi puntano sul giovane De Toffol e chiedono all’esperto 32enne Mascella di fare da chioccia. Un classico da sempre in voga: il portiere più vecchio che garantisce la crescita di quello più giovane. Il resto è consegnato alla leggenda: la brutta partenza, l’esonero di Jimmy Fontana, la panca a Mazzetti, un girone di andata chiuso all’ultimo posto e quello di ritorno tra i più belli in assoluto della storia del club. Sor Guido capisce che per prima cosa deve mettere in sicurezza la retroguardia: De Toffol non ha colpe specifiche ma serve dare un punto di riferimento solido, carismatico, autorevole. Poerio è tutto questo. Il tecnico perugino non vuole ‘bruciare’ un ragazzo promettente ed alterna sapientemente i due estremi difensori mentre Pradella e Marronaro cominciano a segnare a raffica ed il Monza risale prepotentemente. A pochi minuti dalla fine del devastante 3-0 al Varese, De Toffol si fa male e per completare una salvezza capolavoro la maglia numero 1 diventa esclusiva del baffo. Che mette la sua firma decisiva nella vittoria di Pistoia e nel pareggio a reti bianche di Bergamo. I giornali locali riportano spesso i siparietti post partita tra Poerio e Sor Guido con il primo che gioca sornione a fare il vecchietto tra i pali ed il secondo che se lo coccola tra una battuta ed un complimento. Si arriva a domenica 29 maggio 1983: il Monza è a buon punto ma la trasferta di Bari è crocevia fondamentale. Per non venir pericolosamente risucchiati verso il basso e – soprattutto – perché i galletti sono ultimi con Foggia, Bologna e Reggiana e si giocano tutto in uno Stadio Della Vittoria riempito da prezzi popolari. Ai biancorossi un pareggio andrebbe benissimo e controllano con personalità senza particolari problemi. Sino al minuto 77 quando il vergognoso Pezzella da Frattamaggiore si inventa un penalty per un contrasto Billia-Cuccovillo (in realtà il fallo sarebbe del barese). Ronco, Saini & co. assediano l’arbitro che tira fuori cartellini a caso. Intanto Mascella si appoggia al palo, guarda ed aspetta. Le proteste durano diversi minuti, poi Giovanni Loseto mette la palla sul dischetto. Sullo stadio piomba un silenzio irreale. Chi scrive era attaccato alla radiolina, Ezio Luzzi aveva interrotto il collega che stava parlando perché tutto era pronto. Ricordo come fosse ieri ogni parola del radiocronista: “Rincorsa … Tiro … Parata ! Mascella con un tuffo pieno di classe ed istinto ha detto no alle speranze di salvezza del Bari” … Pochi minuti dopo Marronaro asfalta centrocampo e difesa ospite, si invola imprendibile, condanna i pugliesi alla più incredibile delle retrocessioni e suggella la memorabile impresa del Monza. Quadretto da brividi al fischio finale: i biancorossi festeggiano a centrocampo mentre il Sor Guido e Poerio, più defilati, si stringono in un abbraccio pieno di poesia. Quell’abbraccio che, ne siamo certi, si saranno già scambiati, senza lesinare qualche salace battuta, in quell’angolo di paradiso dove vivranno per sempre allenatori saggi e vecchi portieri.
Fiorenzo Dosso