Di Nunno dopo l'ammissione del Lecco alla B: 'In caso di D avrei lasciato il calcio..'
'Stadio? Per adesso..'
Il presidente Paolo Di Nunno ha parlato a SportitaliaMercato, nel giorno dell'ammissione ufficiale del suo Lecco in B da parte del Consiglio Federale.
Ecco le dichiarazioni del massimo dirigente, di origine canosina, dei blucelesti:
“Quest'anno la mia era una squadra da retrocessione, invece è andata in B. I presidenti di C raccontano solo putt****e. Per fare un campionato medio ci vogliono dai due ai tre milioni e poi la Serie C non ti dà niente. Ho incassato di più nei play-off dove ho riempito lo stadio. Lecco è una bellissima città però c'è un punto interrogativo: i soldi se li tengono tutti per loro. Tanto c'è lo scemo, io, che è venuto dalla Puglia che li mette. Però adesso sto godendo io e vedremo chi godrà in futuro. In quattro-cinque anni ho preso il Lecco dal fallimento e l'ho portato in in Serie B”.
"Non sono Berlusconi io. Non ho tanti soldi. Ho fatto quello che ho potuto. Eravamo gli sfavoriti quando abbiamo iniziato i play-off. Nessuno pensava al Lecco. In caso ripartenza dalla D avrei lasciato tutto. Se non avessi vinto il ricorso avrei lasciato il calcio. Devo fare i complimenti ai miei due legali, l'avvocato Salvatore De Lorenzi e Zillari. Contro il Foggia abbiamo fatto due ottime partite. L'allenatore Luciano Foschi è confermato. La B giocata a Lecco? Se mi danno ok il 18 luglio e mi mettono luci e tornelli, aggiungo altre cose per 300/400 posti. Come faccio ad andare fino a Padova, i posti nello stadio ci sono. Non li hanno contati".