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Foto: Facebook Michele Di Gregorio
Foto: Facebook Michele Di Gregorio

“I rigori li sbaglia solo chi ha il coraggio di tirarli"
Parole di un vero 10, Roberto Baggio, l'indimenticabile Divin Codino che nell'ultimo ventennio del 900 ha incantato tifosi e appassionati di fútbol. Proprio lui, fra i talenti più eccelsi nella storia del calcio italiano, che nel 1994 a Pasadena fallì il rigore decisivo nella finale mondiale contro il Brasile. 
Ma non fu il solo a sbagliare il tiro dal dischetto e a pronunciare quella frase. Prima di Baggio un altro "Diez", il più grande di tutti i tempi, aveva consegnato alla stampa quell'aforisma diventato poi celebre negli anni. Fu Diego Armando Maradona, genio e iconoclasta della sfera a pentagoni, artista e pensatore dei due mondi, di Napoli e dell'Argentina. Anche El Pibe de Oro dovette inchinarsi alla dura legge del campo cannando il rigore contro il Tolosa che condannò i partenopei all'eliminazione nei trentaduesimi di Coppa Uefa 1986/87.

Gli spalti dello stadio Maradona di Napoli

Chi non fa non sbaglia

Come diceva Confucio: "l’uomo che non fa niente non
sbaglia mai", ma gli errori non cancellano, e non potranno mai farlo, ciò che Baggio e Maradona hanno regalato allo sport e alla gente.

Nel destino di Matteo Pessina c'è il numero 10, quello dei rigori calciati e segnati dal classe ‘97 in carriera. 10 su 10: un ruolino di marcia che a Napoli si è infranto davanti a Meret, consegnando al capitano del Monza il primo errore dal dischetto tra i professionisti. 

Ma il match tra i brianzoli e i campani non può cristallizzarsi su un solo episodio, che - oltretutto - non deve offuscare il giudizio su singoli e collettivo. Nello stadio intitolato a Maradona il Monza torna a fare il Monza con una prestazione solida, equilibrata e intelligente. Un punto meritato contro i Campioni d'Italia in carica in una gara dove il gioco corale, l'approccio e il carattere hanno fatto la differenza. Così come il portiere biancorosso, che ha riscattato la leggerezza contro la Fiorentina blindando la sua porta con l'ennesimo clean sheet della stagione. 

Sconfinando nelle titolazioni cinematografiche, potremmo dire che non “è stata la mano di Dio”, tanto per citare l'omonimo film di Paolo Sorrentino sulla sua Napoli e Maradona, ma “è stata la mano di Digre", determinante ancora una volta nell'economia del match e del campionato dei brianzoli.

Una panoramica dello stadio Maradona di Napoli

Concentrazione e azione

Per ovviare agli infortuni e alle assenze, Palladino adotta il classico 3-4-2-1 con diverse novità di formazione: Gagliardini centrale difensivo, Akpa-Akpro in mediana accanto a Pessina, Ciurria esterno a sinistra e Valentin Carboni sotto punta, in tandem con Mota, alle spalle di Colombo

Le scelte tattiche dell'allenatore biancorosso risultano calzanti e il Monza inizia subito col piglio giusto. L'arretramento di Gagliardini va a compensare la squalifica di Pablo Marì e ad aumentare la qualità nella prima costruzione, con l'ex Inter a dominare sul piano fisico il duello con Raspadori e fungere da libero con visione di gioco. Sull'out sinistro Ciurria e Mota si alternano costantemente nella posizione, con incursioni dentro il campo e sgasate in ampiezza a calpestare le righe laterali. 

Al minuto 11 i brianzoli costruiscono una potenziale occasione partendo da una buona uscita dal basso e allungando la manovra con giocate profonde e perpendicolari. Una cattedrale di verticalizzazioni che si innesca dalle zone esterne della difesa, con un braccetto o il mediano a rimorchio pronto a coinvolgere uno dei due rifinitori e successivamente il centravanti, pronto a puntare la porta in situazione di uno contro uno con l'ultimo uomo avversario. Nello specifico tutto parte da Pessina, che serve sull'asse Mota consentendo al 47 portoghese di prolungare la traiettoria al volo per Colombo.
Corsa palla al piede e conduzione a seguire l'inserimento degli incursori: il 9 brianzolo scavalca Juan Jesus e apre la manovra dalla parte opposta per Pedro, che dal limite dell'area calcia in porta trovando la deviazione di un difensore azzurro.

Occupazione degli spazi e marcature preventive

Senza Osimhen e Politano in attacco, Mazzarri opta per un 4-3-3 offensivo con K'varatskhelia e Zerbin chiamati a spezzare le catene del Monza con imbucate tra le linee e triangolazioni rapide. Ma i biancorossi prendono le misure e contengono gli avversari con ordine, occupando ottimamente gli spazi e lavorando sulle marcature preventive. 
Reparti corti e dinamismo costante nella copertura delle posizioni: la squadra di Palladino supera agilmente i primi 20 minuti senza subire gol come accaduto nelle ultime gare, grazie ai legami tattici che limitano le costruzioni del Napoli e il possesso esteso. Ciurria è attento a imbrigliare K'varatskhelia, Akpa-Akpro si impone nel mezzo, Valentin Carboni calpesta le zolle del play azzurro Lobotka, Colombo fa da elastico nella cucitura del gioco. Anche la retroguardia non concede opportunità agli attaccanti del Napoli, ripetutamente sbarrati dal muro brianzolo.
Al 40' il Napoli confeziona una grande chance per passare in vantaggio, con Anguissa che calcia a colpo sicuro ma viene disinnescato da Di Gregorio. 

Primo tempo audace dei brianzoli che rispettano i dettami tattici di Palladino, con una gestione misurata della sfera, transizioni attive e assetto bilanciato.

L'allenatore del Monza Raffaele Palladino

Ripresa audace e muscolare

Nella ripresa il Napoli alza il ritmo e l'intensità, ma il Monza mantiene il controllo e riparte. Birindelli rileva Pedro Pereira e si piazza a destra, ma la sua permanenza sulla catena di D'Ambrosio e Carboni dura pochi minuti. Dopo l'ammonizione per fallo su Rui, Palladino inverte gli esterni e la mossa sortisce subito i suoi effetti. Al 55' Birindelli chiude l'affondo e serve al centro Valentin Carboni; la conclusione dell'argentino è strozzata ed è facile preda di Meret

Nell'arco di cinque minuti Colpani e Bondo sostituiscono Carboni e Akpa-Akpro. Il momento clou del match si materializza al 65' quando Gagliardini alza la testa, premia il movimento di Birindelli e disegna una traiettoria a scavalcare la retroguardia del Napoli.
Il 19 biancorosso supera in velocità Di Lorenzo, crossa nel mezzo e dagli sviluppi in area Mario Rui respinge col braccio il tiro di Colpani. Di Bello non ha dubbi e fischia il rigore per il Monza.

Pensiero, visione e azione: il lancio di Gagliardini per Birindelli - Foto: DAZN

Rigore fallito, reazione immediata

Sul dischetto si presenta Pessina. Duello serrato tra il capitano del Monza e il portiere del Napoli, entrambi (ex?) compagni di squadra in Nazionale. I due si conoscono, gli sguardi si incrociano. Meret sa che l'angolo preferito di Pessina è quello destro e lo battezza, resta in piedi fino all'ultimo e all'istante del tiro si tuffa per neutralizzarlo. L'errore di Pessina è fatale, Meret tiene a galla i partenopei e inalterato il punteggio.
Radiografando l'episodio, si evidenzia una presenza massiccia di giocatori in area di rigore ancor prima che il piede del 32 biancorosso colpisca il pallone. Una dinamica che sfugge al Var e, da regolamento, poteva portare alla ripetizione del penalty.

Il climax del match è un'arma a doppio taglio, ma il Monza non si lascia scalfire. La squadra assorbe bene l'episodio e reagisce, moltiplica le energie e le trasferisce nella contesa in campo.

L'errore dal dischetto di Pessina - Foto: DAZN

Napoli avanti per inerzia, Monza compatto in difesa

I padroni di casa tentano il tutto per tutto e si riversano nella metà campo del Monza alla ricerca del vantaggio. L'uomo più pericoloso è K'varatskhelia, abile a trascinare fuori posizione gli avversari e svuotare gli spazi con tagli interni. Al 70' il georgiano serve un filtrante notevole per Zerbin che, a tu per tu con Di Gregorio, spara altissimo sopra la traversa. 

Con l'ingresso di Machin per Colombo, Mota diventa centravanti e negli ultimi 15 minuti la sensazione è che la partita possa essere vinta da ambedue le squadre. Al 76' Cittadini fa il suo esordio in maglia biancorossa. 
In pieno forcing, il Napoli crea ulteriori occasioni ma Di Gregorio è una saracinesca e chiude lo specchio della porta. Provvidenziale nel recupero la parata su Gaetano che, di fatto, sancisce la fine dell'incontro. 
Al Maradona termina 0-0: punto prezioso per il Monza, in crescita a livello di performance e condizione, ma fiaccato in fase realizzativa. La casella dei gol siglati è ferma a 16 da tre gare consecutive (è la prima volta in A), un digiuno che dura da ben 270'.
Al contrario, si tratta di un risultato deludente per il Napoli, che perde ulteriore terreno dal quarto posto occupato dalla Fiorentina.

Per Palladino, campano d'origine, è un pareggio di prestigio per celebrare la 50^ panchina in Serie A.

Il filtrante di K'varatskhelia per Zerbin - Foto: DAZN

Un'ottima annata

Il titolo del film del 2006 di Ridley Scott potrebbe riassumere il 2023 del Monza: “Un'ottima annata”. 
Bilancio ultra positivo, crescita esponenziale del gruppo e delle individualità, allenatore giovane con idee chiare, risultati oltre ogni aspettativa: i brianzoli chiudono l'anno con un pareggio su un campo ostico e contro una big del campionato italiano. Una partita che, per analogie ed epilogo, ricorda l'1-1 dell'Olimpico contro la Lazio.

Mentalità, applicazione e sostenibilità: la compagine biancorossa azzecca l'approccio e riabbraccia le proprie certezze, esprimendo un calcio verticale e coraggioso, di sacrificio e umiltà, bilanciato nelle due fasi e architettato sui (consueti) principi di gioco promossi da Palladino. Principi che si sposano con gli ideali di un altro tecnico “moderno”, Roberto De Zerbi, tra i più affilati e brillanti in circolazione. Secondo il coach del Brighton, con un passato da giocatore nel Monza e nel Napoli, insegnamento e serietà sono concetti essenziali nel suo credo calcistico, "un calcio di princìpi che va oltre i numeri e pone le fondamenta sulla capacità dell’allenatore di trasmettere concetti e soluzioni”.

Al netto dell'attuale stato di salute del Napoli, affogato nelle sue incertezze e in balia di una gestione sportiva frammentaria, con Garcia prima e Mazzarri poi a polverizzare il capitale tecnico accumulato da Spalletti, i brianzoli riscattano le ultime due sconfitte e salgono a quota 22 in classifica. Lo stesso bottino conquistato nel girone d'andata della scorsa stagione, ma con una gara in meno, ossia la trasferta dello Stirpe in programma sabato 6 gennaio 2024 alle 15. 

Un match insidioso contro il Frosinone di Eusebio Di Francesco - squadra rivelazione del campionato nonché fabbrica di talenti e bel gioco - che potrà dare al Monza la possibilità di incrementare il rendimento e consolidare ulteriormente la classifica. 
Con la speranza di inaugurare il nuovo anno nel modo migliore.

Di Andrea Rurali