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Filippo Inzaghi riparte da Reggio Calabria. Il neotecnico della Reggina ha raccontato cosa lo ha portato in Calabria: "Ero a Formentera su una barca in mezzo al mare con mio figlio di sette mesi e la mia compagna. Dopo un mese e mezzo senza calcio di solito sto malissimo. Invece stavo bene. E avevo deciso di prendermi un attimo di serenità, perché era stato un anno difficile per me. E c’è stato il blitz della Reggina.
Fino a due anni fa, io andavo a piedi ovunque. Poi ho capito che andando a piedi ovunque prendi delle mazzate che non meriti . E penso che la mia carriera non meriti certe bastonate. Io accetto tutto. Lo so che facendo l’allenatore si può essere esonerati. Sempre però ci deve essere il rispetto. Dopo qualche mazzata che mi ha fatto male, non era facile ripartire. Ero deluso umanamente, non sportivamente. Oggi sono felice, davvero orgoglioso di essere qui e mi è tornato l’entusiasmo, la grande passione, la voglia di andare al campo ad allenare i miei ragazzi.
Sapevo delle difficoltà che c’erano a Reggio, sapevo da dove saremmo dovuti partire. La proprietà, che sta facendo cose pazzesche , un pubblico come quello di Reggio e i tre anni di durata del mio contratto, credo siano i presupposti giusti. Dobbiamo scontrarci con una dura realtà e vogliamo essere dei vincenti: quindi chiedo alla gente di avere pazienza. Non viene tutto in un giorno, ma abbiamo le idee chiare e non ci facciamo prendere per la gola da nessuno. Qui a Reggio ho segnato due gol con la Nazionale contro l’Azerbaigian: quel giorno ho superato Paolo Rossi, che manca a tutti noi. Conosco l’entusiasmo di questo stadio pieno, quella curva, che in pochi possono avere in Italia. Ma dovremo meritarcela sul campo. All’inizio magari non avremo la brillantezza degli altri, ma non potremo non avere lo spirito di questa gente e l’attaccamento alla maglia. Per diventare dei vincenti serve che tutte le componenti vadano nella stessa direzione. Se avremo pazienza e voglia di soffrire tutti insieme, potremo un giorno gioire tutti insieme. Lo schema? Preferisco il 4-3-3, ma non sono l’allenatore che pensa che vinca il suo sistema di gioco. Le partite le vincono i calciatori: l’allenatore deve fare meno danni possibile, trovare il vestito migliore. Vogliamo calciatori che vengano a Reggio con grande entusiasmo, grande voglia , non solo per i soldi, perché io sinceramente non lo faccio per quello".