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San Vito ci fece la grazia. San Vito ci regalò il miracolo.

1 novembre 1992: unico gol in biancorosso del mitico Eupremio Carruezzo. Come raccontato in altro amarcord, il Monza di Trainini che ottenne la promozione in Serie B al termine della stagione 1991-92 aveva avuto il problema di una sterilità offensiva parzialmente mascherata dalle reti dei folletti Robbiati e Mandelli quanto clamorosamente esasperata dalla mancanza di una prima punta di spessore: Serioli faceva rima – in un leggendario striscione della curva – con il Cavicchioli, non certo con il gol. Riconquistata la cadetteria gli esperti di Via Ragazzi del ‘99 decisero di puntare sul centravanti brindisino di proprietà dell’Ancona, neopromossa in Serie A, nelle cui fila aveva realizzato 2 reti in 21 presenze nel precedente campionato di B. Statistiche non certo da bomber di razza ma a Monzello erano sicuri: Eupremio vi farà ricredere con valanghe di gol. Lo stesso Trainini in preparazione ne aveva parlato in termini entusiastici.

Panini Alessio Brogi

Ancora adesso mi chiedo se per reale convincimento tecnico-tattico o per aziendalistico allineamento con i vertici societari. In realtà in attacco i presunti (mooooolto presunti) colpi erano stati due: come dimenticare Alessio Brogi ? Reduce da 16 presenze e 0 reti nel Bari di Salvemini in A e con un massimo di 6 centri in B nel Modena 1990-91. Gli ‘score’ dei due punteros non giustificavano l’entusiasmo dei piani alti di Monzello. Ed invece avvallavano pienamente le perplessità dei tifosi. Brogi, almeno, illuse. Secondo turno di Coppa Italia: Toro, poi vincitore della manifestazione, subito avanti (Silenzi e Aguilera) al Brianteo ma ripreso dalla doppietta dell’attaccante toscano e costretto ad un quarto d’ora finale di assedio per trovare il 2-3 con Sordo al minuto 86. Brogi, ovvero la classica promessa estiva puntualmente evaporata con le prime nebbioline autunnali. Carruezzo, da parte sua, nada. De nada. Ma proprio de nada. Estate, Autunno, Inverno. Nada. Greve, pesante, pachidermico. Un tifoso storpiò il suo cognome e divenne ‘Carro Attrezzo’.

La prima esperienza al Nord di un ragazzo del Sud in quegli anni non era facile – giusto ammetterlo – ma, tanto, per dire nella vicina Piacenza furoreggiava Totò De Vitis, pugliese come Eupremio. Lui timbrò 19 volte (Bierhoff vinse la classifica cannonieri con 20), il nostro solo quel pomeriggio al San Vito. Dopo 8 giornate di desolante nulla moltiplicato per nulla. Gol, peraltro inutile, perché rimontato dalla doppietta del difensore centrale calabrese Giovanni Bia. Qualche inguaribile ottimista – di quelli che non si capisce mai se ci sono o ci fanno – si era spinto a scommettere sul fatto che una volta sbloccatosi Eupremio avrebbe mitragliato le porte avversarie con terrificante continuità. In realtà la sua (dis)avventura in biancorosso si concluse – di fatto – la settimana successiva. Al Brianteo va di scena un Monza-Spal di bassissima classifica. Trainini schiera la coppia d’urto (ehm … ehm…) Carruezzo-Brogi. Noia mortale, grigiore assoluto. Una autorete di Soldà al minuto 46 mette il Monza nella condizione di attaccare per ristabilire l’equilibrio. Normalmente in questi casi l’allenatore toglie un centrocampista per mettere una terza punta. Normalmente. Trainini – e non senza ragioni – al minuto 63 richiama l’inguardabile Carruezzo e si affida a Robbiati (inspiegabilmente in panca) per sperare in qualche giocata, in qualche invenzione di Anselmito. Ricordo ancora gli assordanti, impietosi – ma pienamente giustificati – fischi ed ululati della tribuna che accompagnarono l’uscita del centravanti brindisino. Sipario.

Da lì in poi Eupremio giocò alcuni spezzoni di partita (un paio dall’inizio) finendo progressivamente sempre più ai margini e tornò ad Ancona nell’aprile 1993, ben prima della fine del campionato. Quel Monza si salvò, peraltro senza mai vincere in trasferta, perché Robbiati trovò discreto feeling con Ciccio Artistico, arrivato in Brianza nel mercato di novembre. Carruezzo girovagò per lo stivale (Barletta, Reggiana, Livorno, Como, Cagliari) con score sempre modesti fino a trovare – a 32 anni – degno approdo in quel di Lucca dove diventò anche capitano e mise insieme un bottino finalmente decente di un centinaio di reti in sette stagioni. Il suo score monzese, invece, recita così: 15 presenze, 1 gol. Quello al San Vito. Quello del miracolo.

Domenica 1 Novembre 1992. Cosenza, Stadio San Vito.
COSENZA-MONZA 2-1 (1-1)
MARCATORI: Carruezzo (M) al 19’ pt – Bia (C) al 41’ pt – Bia (C) al 6’ st
COSENZA: Zunico, Balleri, Marino, Bia, Napoli, Gazzaneo, Monza, Catanese, Marulla (26’ st Signorelli), Statuto, Oliva (33’ st De Rosa). A disp.: Graziani, Nobile, Solimeno. All.: Silipo
MONZA: Rollandi, Marra (45’ st Finetti), Radice, Romano, Del Piano, Babini, Ricchetti (21’ st Robbiati), Saini, Carruezzo, Brambilla, Brogi. A disp.: Chimenti, Cotroneo, Manighetti. All.: Trainini
ARBITRO: Franceschini di Bari

Fiorenzo Dosso