La rinascita dell'ex Singer: a Monza il polo che occupa 600 persone
Come un'area industriale dismessa è diventata un modello di riconversione produttiva

Dove dal 1968 al 1990 operava la celebre fabbrica di macchine da cucire Singer, oggi prosperano 55 imprese che offrono occupazione a oltre 600 persone. Quello che avrebbe potuto trasformarsi nell'ennesima area dismessa della città è invece diventato un vibrante centro di attività economiche, dove trovano spazio aziende manifatturiere, botteghe artigiane, piccole industrie e una decina di negozi.
Lo scorso venerdì, Apa Confartigianato, insieme ai protagonisti che hanno partecipato alla trasformazione dell'area, ha celebrato il trentennale di questo straordinario sodalizio produttivo che incarna lo spirito imprenditoriale brianzolo. "I nostri predecessori hanno avuto la lungimiranza di continuare a destinare spazi urbani alla manifattura", ha ricordato Giovanni Mantegazza, presidente di Apa Confartigianato Imprese Monza Brianza, Milano, aggiungendo: "Oggi dopo 30 anni è punto di riferimento per le imprese e per le istituzioni che ci vedono come un'associazione di riferimento attenta al territorio. Da qui partono i servizi territoriali, questa è la casa dell'imprenditore".
Una visione controcorrente
La rinascita di quest'area è iniziata nel 1995, dopo cinque anni di intenso lavoro collaborativo tra l'amministrazione comunale, Apa Confartigianato, Assindustria (oggi Assolombarda), con gli investimenti degli artigiani brianzoli e il supporto finanziario della Banca popolare di Milano.
In un periodo in cui l'Italia intera sembrava orientarsi verso il settore terziario, le forze locali presero una direzione differente. Il consiglio comunale di Monza, sotto la guida della giunta Moltifiori, accolse la proposta delle parti sociali di preservare la vocazione industriale dell'ex area Singer, richiedendo un finanziamento alla regione Lombardia. L'amministrazione comunale promosse un tavolo di confronto con la proprietà dell'area, Fael srl sistemi per l'illuminazione, che aveva acquisito il complesso dopo la chiusura della Singer. Da questo dialogo emerse la volontà comune di rivitalizzare la zona mantenendone la natura produttiva.
Un progetto corale e ambizioso
Il 5 settembre 1994 venne costituito il Consorzio monzese sviluppo artigianato industria, con il compito di gestire le opere comuni. Il consorzio acquistò parte del complesso ex Singer con l'obiettivo di trasferirvi nuove attività produttive. Tre mesi dopo, il 5 dicembre, il comune e il consorzio firmarono una convenzione che definiva le modalità di gestione del contributo regionale di 4 miliardi di lire, stanziati dalla regione Lombardia per abbattere i costi di ristrutturazione a favore dei soci.
La palazzina che ospitava la mensa e i servizi della Singer, ancora di proprietà di Fael srl, fu acquistata per due miliardi di lire il 16 ottobre 1995, dopo lunghe trattative. Entro la fine di dicembre dello stesso anno, fu possibile avviare i primi trasferimenti di attività nei nuovi spazi.
Un investimento che ha generato valore

Dario Visconti, che è stato presidente del Consorzio Sviluppo monzese dal 1994 al 2010, ricorda con entusiasmo quei momenti: "C'era grande entusiasmo nelle aziende e fiducia nel futuro. Partimmo con un investimento di 20 miliardi, fra vari finanziamenti di banche e privati, solo per l'acquisto dell'esistente."
Ma l'aspetto più significativo fu la scelta di affidare la ristrutturazione dell'edificato e la costruzione dei nuovi spazi a un consorzio di imprese artigiane e piccole aziende locali. "Ciò è stato un volano di lavoro per il territorio", sottolinea Visconti. "Sessantamila metri quadrati tra costruito nuovo e ristrutturato del valore attuale di circa 40 milioni di euro."