Autodromo di Monza: i difficili piani di rinnovamento
Cosa ci aspetta per il futuro dell’Autodromo? Detto nel precedente articolo delle problematiche legate al rinnovo del contratto per il Gran Premio di Formula Uno, ecco invece cosa l’Automobile Club d’Italia spera di poter realizzare per il rinnovamento del tracciato e delle sue strutture.
Prima di parlare delle novità, bisogna dire che Angelo Sticchi Damiani, Presidente di ACI, sta sollecitando una soluzione al fine di concludere anticipatamente la concessione sottoscritta con il Consorzio Parco e Villa Reale, che obbliga la SIAS a versare quasi 2 milioni di euro tra canone, manutenzione Parco e Imu. Scadrà nel 2026 e comporterà comunque un cospicuo esborso. “Gli scenari sono cambiati – afferma Sticchi Damiani – rispetto a quando è stata stipulata la concessione. Una volta i Gran Premi erano fonte di reddito e di utili, il che consentiva tali esborsi. Ora non lo è più”. La speranza del Presidente è quella che le autorità locali intervengano con il loro supporto a rivedere la concessione.
Nel frattempo, in attesa che le dense nubi che si addensano sull’autodromo spariscano, arrivano le prime informazioni relative ai progetti di ristrutturazione e di rinnovamento che aspettano il tracciato monzese per arrivare a festeggiare nel migliore dei modi i suoi primi 100 anni.
Sono molti i lavori da effettuare, con costi elevatissimi, ben 100 milioni di Euro. Un costo che ACI è disposta a sostenere a patto che la vita del tracciato monzese sia garantita per parecchi e parecchi anni. Un impegno finanziario non indifferente che ovviamente pretende importanti garanzie dalle autorità e che verrà eseguito solamente se il Gran Premio di Formula Uno avrà garanzia di essere in Brianza ancora per lungo tempo.
Ma quali sono gli interventi? Prima di tutto ai servizi igienici, ora davvero fatiscenti e poco adeguati ad un impianto del valore e della storia dell’Autodromo Nazionale. Poi si vuole intervenire sulle tribune, in primis la tribuna centrale ed anche ristrutturare completamente, finalmente, l’anello di alta velocità.
Importanti però saranno anche i lavori da eseguire sul tracciato: l’obiettivo è riportare il percorso simile a quello originario, ovvero riportando la seconda curva di Lesmo ad essere quella “incredibile” curva da effettuare in piena velocità, dove un tempo era possibile vedere chi aveva davvero più “piede” degli altri, dove poter fare la differenza. E poi dovrebbe sparire una variante, o la prima o molto più probabilmente la seconda chicane. Ed infine il tracciato dovrà arrivare ad avere una larghezza di almeno 12 metri lungo tutti i cinque chilometri di asfalto, come prevede il regolamento internazionale; in questo caso Monza aveva ottenuto una speciale deroga legata all’anzianità del tracciato, ma prima o poi la pista dovrà essere comunque aggiornata.
I progetti quindi non mancano, come non sembrano mancare, questa volta, i soldi. Una parte saranno coperti dal credito sportivo, un’altra parte da finanziamenti in conto capitale. Il vero problema, questa volta, saranno i lavori da eseguire: vincoli ambientali, leggi, regolamenti e burocrazia potrebbero tornare a rombare tra le curve del tracciato come accaduto spesso tra gli anni ottanta, novanta e duemila. E’ anche per questo che Sticchi Damiani ha chiesto più volte la collaborazione fattiva ed il contributo di tutte le autorità, nazionali e locali. La strada sicuramente è in salita ma abbiamo visto anche in passato come la buona volontà ed il buon senso hanno consentito di superare ostacoli che sembravano insormontabili.