Monza, orrore ai danni di un disabile: gli occupano la casa e gli rubano la pensione
La Polizia di Stato arresta quattro persone per estorsione ai danni di un ragazzo con disabilità
I fatti
Dal racconto fatto dal giovane si è appurato che le persone indicate si erano stabilite nel suo appartamento nel quale avevano occultato sostanza stupefacente utilizzata sia per il consumo, sia per la vendita.
Non essendo il ragazzo in grado di risolvere la sua situazione, aveva pensato di chiedere l’aiuto della Polizia.
Con tutte le cautele necessarie per tutelare la vittima, gli operatori della Polizia hanno concordato con lo stesso una modalità per poter entrare nell’appartamento.
L'irruzione
Gli operatori di Polizia, hanno, quindi, fatto irruzione nell’appartamento nel quale sono stati bloccati, immediatamente, le quattro persone presenti, tre giovani uomini tunisini e una donna.
Alla vista dei poliziotti, uno di loro si è scagliato contro uno degli operanti cercando di guadagnare la fuga, mentre un altro, approfittando della situazione, ha svuotato diversi involucri contenenti sostanza stupefacente spargendoli per l’intera abitazione.
Riportata la situazione sotto totale controllo, la successiva perquisizione domiciliare ha consentito di rinvenire materiale con caratteristiche inequivocabili in relazione all’ipotesi che l’appartamento fosse utilizzato come centrale di spaccio.
Le quattro persone fermate e condotte in Questura per i successivi adempimenti, sono risultate con numerosi precedenti per reati in materia di stupefacenti e contro la persona.
Una storia di fragilità e dipendenza
Dietro al fatto di cronaca, una storia di fragilità e dipendenza sfruttata dal gruppo che, approfittando della tossicodipendenza della vittima, gli ha dapprima venduto la sostanza stupefacente, per arrivare – in virtù di presunti debiti non pagati per la cessione – a impadronirsi della sua vita, entrando nella sua casa e sottraendogli anche quel poco di denaro che gli serviva per sopravvivere, privandolo addirittura del cibo.
Questa “brutta storia”, che andava avanti da mesi, è riuscita a raccontarla tutta intera sentendosi protetto e non giudicato dai poliziotti ai quali si era rivolto, i quali hanno raccolto prove sufficienti per “incastrare” i carnefici e sottoporli alla misura della custodia cautelare in carcere.