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Serata da ex venerdì per Giovanni Stroppa. L'attuale tecnico del Monza ha giocato per due anni nell'Udinese nelle stagioni 95/96 e 96/97. Come raccontato dallo storico Giulio Artesani, a Udine Giovanni vivrà due anni condizionati da seri infortuni. Il primo avviene fuori dai campi di calcio: un grave incidente d’auto a Teor quando a bordo di una Bmw non rispetta una precedenza e lo scontro con un’ altra auto, lo porta ad un ricovero in ospedale con trauma cranico e trenta punti di sutura: “Siamo già salvi”, commenterà con ironia dopo le dimissioni dall’ospedale.. Poi il 7 settembre 1996 alla prima di campionato contro l’Inter, in un brutto contrasto con Fresi al 13’ minuto, Stroppa si frattura il perone della gamba sinistra  in uno scontro di gioco con l’interista Salvatore Fresi. L’infortunio lo costringe a saltare quasi tutta la stagione 1996/97. In Friuli Stroppa stringe una grande amicizia con Stefano Borgonovo, già suo compagno di squadra al Milan nella stagione 1989-1990: i due diventano compagni di scherzi. Un giorno Stroppa lo va a prendere a casa: “Ste, tieniti forte. Ti porto nello spogliatoio con la mia Cinquecento”. I due poi si recano in auto all’interno dell’ufficio di Zaccheroni: “La macchina però passava appena nel corridoio. Mancavano un centimetro a destra e uno a sinistra. Ma ci arrivammo. Ce lo siamo trovato davanti e gli ho detto: “Scusi, mister, vado bene per il campo?” Lui si e’ messo a ridere”. Ricordo che lui era lì, con Stefano Agresti alle sue spalle che rideva come un matto. Il problema poi era tornare indietro. Anche lì un successo, nemmeno un graffio!”. E ancora su Zaccheroni“C’e’ stata anche qualche incomprensione, ma mi ha sempre difeso. Mi ha portato a Udine, mi ha aiutato quando avevo molta gente contro. Ci si divertiva anche con Zac. E lui stava allo scherzo”. Racconta ancora: “Sa cosa abbiamo fatto una sera a Udine? Siamo andati in diversi, si’, tutti giocatori, davanti a casa sua, alla sua finestra e ci siamo messi a fare i cori. Anche un po’ forti. Lui era a letto con la febbre, ha aperto la finestra ci ha salutato come il Papa. Poi all’improvviso e’ arrivata la polizia, chiamata dai vicini, e siamo scappati. Ci avevano scambiato per ultras di un’altra squadra”. E scuote la testa… A Udine conosce Alessandra, cognata del compagno di squadra Stefano Desideri e che successivamente diventerà la sua futura moglie e madre dei due figli Andrea e Angelica. E poi c’era anche il gatto… Alessandra, confidò a qualcuno che suo marito aveva paura dei gatti e che sicuramente sarebbe stato difficile che tra i due ci fosse simpatia. Mai previsione fu così sbagliata. In casa stroppa Duca e Giovanni diventarono quasi inseparabili.