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Col Monza incerottato che veleggia a metà classifica, analizziamo il rendimento, agli antipodi, di due pedine biancorosse che ricoprono dei ruoli totalmente differenti nell'eleven brianzolo. Parliamo del difensore Giulio Donati e del centravanti danese Christian Gytkjær.

Il difensore versiliano non partiva apparentemente in prima fila nelle gerarchie del reparto difensivo durante il periodo di precampionato, ed era stato anche coinvolto anche in qualche ipotetico scambio di mercato con sodalizi di A, durante la sessione estiva. Tuttavia, dopo le prime due gare ufficiali (Cittadella in Coppa e al debutto cadetto con la Reggina), l'ex terzino di Inter, Mainz e Bayer Leverkusen, ha cominciato a ritagliarsi uno spazio importante in squadra, corroborato da alcune prestazioni convincenti a livello di rendimento nel complesso, ad esclusione del match di Lecce; offrendo il meglio come terzo a destra nella difesa a tre, da braccino, situazione che lo ha visto protagonista per sei volte da titolare (otto quelle totali, tenendo conto dei match gravitante come quinto di mediana o quarto difensivo) e, talvolta, pure da capitano. Sta fornendo, con buona continuità, corsa, ordine tattico in scaglionamento e lettura dei movimenti nelle due fasi, esperienza, lucidità negli interventi difensivi, imprinting temperamentale, risultando sovente il migliore del reparto. Un andamento nettamente superiore (di buon auspicio per il prosieguo) a quello del girone di ritorno della scorsa stagione in cui tra, calo prestazionale ed infortunio, aveva palesato un'involuzione evidente.

Una delle note più dolenti è purtroppo quella rappresentata da Gytkjær, unico centravanti fisico di ruolo attualmente a disposizione per mister Giovanni Stroppa. L'ex Rosenborg e Monaco 1860 non aveva elargito, ad onor del vero, grossi riscontri realizzativi anche lo scorso anno, solo 6 le reti siglate in 24 presenze totali, contro l'unica (l'incornata alla Cremonese) negli 11 incontri in cui è stato chiamato in causa nella stagione corrente. Nelle prime dieci giornate del 2020/21 il nazionale danese (fuori dai radar dei convocati della selezione nordeuropea da circa un anno) aveva collezionato 2 gol ed un assist, ma era ben altro il rendimento a supporto della squadra; un giocatore quasi talismano ed imprescindibile, grazie alla sua fisicità, capacità di sportellare ed impegnare i centrali difensivi avversari di turno, accorciare, spondare nel gioco d'insieme, fornendo un certo peso e riferimento al reparto d'attacco, all'epoca di Brocchi. In questa prima parte di 2021/22, purtroppo, il Vikingo di Roskilde, nonostante una nettamente migliore condizione fisica (disponibile in tutte le uscite monzesi), non ha fornito, per il momento, ciò che ci si aspettava: maggiore efficacia finalizzativa ma anche quell'apporto che lo ha contraddistinto e fatto ammirare dalla piazza brianzola precedentemente. Un centravanti ora, per larghi tratti, impalpabile, spaesato, insofferente, quasi avulso nello sviluppo offensivo biancorosso. La speranza per tutti è di ritrovarlo sul pezzo il prima possibile, di vederlo rispolverare spada, arco e lance da guerriero navigato del Nord; mai come adesso servono le sue armi e peculiarità per portare beneficio all'attualmente asfittico, e rimaneggiato, pacchetto d'attacco.

foto Studio Buzzi