Valditara a Monza risponde a 11 istituti brianzoli: 'Ecco come la scuola dovrebbe cambiare'
Sei domande degli studenti al ministro dell'Istruzione per una scuola migliore, tra teoria, pratica e libertà educativa

A partecipare, undici istituti superiori del territorio: Mosè Bianchi, Zucchi, Ipsia Ferrari, Collegio della Guastalla, Mapelli, Nanni Valentini, Collegio Villoresi, Istituto Maddalena di Canossa, Frisi, Dehon e Collegio Bianconi. Presenti anche il sindaco di Monza Paolo Pilotto, il prefetto Patrizia Palmisani e i vertici delle forze armate locali.
Sei domande per una scuola migliore
Gli studenti hanno posto sei domande preparate in anticipo, toccando temi fondamentali per il loro presente e futuro. Tra le principali preoccupazioni: l’eccesso di teoria a scapito della pratica, la difficoltà di accesso alle scuole paritarie, il ruolo degli insegnanti e la capacità della scuola di preparare davvero al mondo del lavoro.
Valditara ha accolto il confronto con disponibilità: ha risposto in modo “schietto e chiaro” e al termine si è fermato per continuare il dialogo e scattare selfie con gli studenti.
'Scuola personalizzata e più vicina alla realtà'
Al centro dell’intervento del ministro, come raccolto dai colleghi di MonzaToday, l’idea di una scuola più concreta e su misura:
È importante che la scuola sia personalizzata per promuovere e far emergere i talenti di ogni singolo studente.
Citazione storica a sostegno:
Proprio 200 anni fa, in Lombardia, Carlo Cattaneo ha ricordato l’importanza della creazione delle scuole tecniche professionali, basi per lo sviluppo del territorio.
Valditara ha ribadito che
la scuola serve per due cose. A formare alla libertà, alla capacità di far crescere cittadini maturi e responsabili. La scuola serve per formare al mondo del lavoro. Deve dare concretezza ai nostri giovani, oltre a quelle competenze trasversali e decisive per l’inserimento nel mondo del lavoro, come il saper lavorare in squadra, la gestione del tempo, il saper valorizzare i talenti di ciascuno.