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Anni d’oro per quella Lazio “targata Cragnotti. La più forte in cui ha giocato Nesta è stata probabilmente quella del 1999: fortissima ma senza alcun trofeo vinto, con uno scudetto buttato alle ortiche per troppa gioventù e inesperienza.  Al derby molti persero la testa e ben quattro giocatori si fecero espellere e squalificare e così nella partita successiva con la Juventus non c’era la difesa titolare e la stagione è stata compromessa. La formazione di quel  derby: Marchigiani, Negro (Favalli), Nesta, Mihajlovic, Pancaro, Veron, Simeone, Almeyda (Conceicao), Nedved, Boksic, Salas (S. Inzaghi). In panchina: Ballotta, Sensini, Mancini, Couto. Allenatore Eriksson.

“Contro la Roma  io proprio non c’ero quella domenica. Tutti i giocatori nella loro carriera hanno la loro giornata nera, quella in cui tutto va storto, la mia è stata quella. Montella come tirava faceva gol e uno praticamente me lo sono fatto da solo. All’intervallo, tra quello che era successo in settimana (c’era in vista una possibile cessione alla Juve) e quello che era successo in campo, è bastata una scintilla per farmi esplodere, ho mandato tutti a quel paese e sono uscito facendo una stupidaggine. Ero giovane”.

Insomma, con gli anni era emerso un lato del carattere di Nesta che fino a poco prima era sconosciuto: un avversario spaventoso, che  nonostante l’apparente aria distaccata rifiuta la sconfitta. Malgrado le vittorie in Coppa Italia, la Lazio pare non riuscire a vincere, e Nesta diventa l’emblema di una squadra talentuosa ma incompleta, priva di cinismo nei momenti clou. Questo fino allo scudetto del 2000, quando dichiara: 

“Il momento più bello è stato la vittoria dello scudetto, e poi vinto in quel modo… Noi dentro lo stadio a guardare la Juve che giocava, con settantamila persone appese insieme a noi alle voci e alle immagini che arrivavano da Perugia. Poi è arrivato il momento del trionfo ed è stata una festa impressionante, perché vincere a Roma non è come vincere da altri parti. A Roma si festeggia di più e più a lungo. Le immagini della festa dello scudetto le ho ancora scolpite nella mente”.