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Ciò che rende la situazione ancora più preoccupante, secondo Legambiente, è l'apparente inerzia delle istituzioni lombarde. Mentre regioni confinanti come Piemonte ed Emilia-Romagna hanno già attivato misure di contenimento, la Lombardia non ha ancora implementato alcun provvedimento significativo. Non sono state adottate limitazioni al traffico motorizzato, né è stata disposta la sospensione temporanea degli spandimenti di liquami zootecnici.

Quest'ultima pratica agricola risulta particolarmente problematica nel periodo attuale, quando gli agricoltori svuotano le cisterne di liquami accumulati durante l'inverno per fertilizzare i campi. Questo processo rappresenta la principale fonte di emissione di ammoniaca e molecole organiche volatili, responsabili della formazione del particolato sospeso nell'aria.

Dati allarmanti e confronto con gli standard di sicurezza

Inguinamento

La gravità dell'allarme inquinamento è evidenziata dai dati raccolti: i livelli di PM10 hanno superato ogni limite stabilito per l'esposizione acuta. Ancora più preoccupante è la situazione del particolato ultrafine (PM2,5), che ha raggiunto valori fino a 100 microgrammi per metro cubo. Un dato scioccante se confrontato con i parametri dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, che indica come valore di sicurezza per la salute umana 5 microgrammi per metro cubo d'aria – venti volte inferiore rispetto ai valori attualmente rilevati nella regione.

Le cause strutturali del problema

Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia, ha commentato la situazione con toni critici: "Nonostante i trend positivi nei dati di qualità dell'aria, legati ad apprezzabili miglioramenti nelle emissioni industriali, domestiche e dei motori, la Lombardia si scopre sistematicamente indifesa nei confronti di episodi acuti di inquinamento".

Le cause di questa vulnerabilità sono da ricercarsi, secondo l'associazione, nell'inadeguatezza delle misure emergenziali, ma anche in problemi strutturali come l'eccessivo numero di veicoli circolanti e la presenza massiccia di allevamenti intensivi. Questi ultimi, in particolare, sono al centro dell'appello di Legambiente, che invita a ripensare l'intero sistema agroalimentare lombardo per renderlo più sostenibile e meno impattante sulla qualità dell'aria.