x

x

Dal 1° gennaio 2025, il Sian di Ats Brianza ha condotto 658 ispezioni ufficiali presso attività che producono, vendono o somministrano alimenti. In 518 di questi controlli, l’attenzione si è concentrata sulla verifica delle informazioni fornite ai clienti riguardo agli allergeni. I risultati hanno rivelato che circa il 20% delle attività ispezionate presentava irregolarità, spesso legate a una gestione inadeguata o a una comunicazione poco chiara sugli allergeni presenti nei cibi. Queste criticità evidenziano l’importanza di un monitoraggio costante per migliorare gli standard di sicurezza.

Le problematiche più comuni riscontrate

Durante i sopralluoghi, gli ispettori hanno individuato diverse non conformità. Tra le più frequenti, la mancanza di indicazioni sugli allergeni nei menu o nei registri informativi, così come segnalazioni errate di ingredienti come basilico, limone o olive, erroneamente considerati non allergenici. È emersa anche una carenza nella formazione del personale sulle procedure di sicurezza alimentare, un aspetto cruciale per garantire un servizio affidabile. Inoltre, sono stati rilevati problemi come la potenziale contaminazione crociata, l’organizzazione non ottimale degli spazi e dei flussi di lavoro, la presenza di superfici sporche e l’uso di alimenti scaduti o conservati in modo non conforme.

Cosa dice la normativa sugli allergeni

supermercato

La gestione degli allergeni è regolata dal Regolamento (UE) 1169/2011, che impone l’obbligo di indicare chiaramente la presenza di allergeni in tutti gli alimenti, sia confezionati che somministrati nelle attività ristorative. La Comunicazione della Commissione Europea del 13 luglio 2017 sottolinea la necessità di specificare il tipo di allergene, come “farina di grano” invece di “glutine” o “mandorle” invece di “frutta a guscio”, e di renderlo visibile attraverso menu, cartelli o registri aggiornati. Anche gli aromi o i coadiuvanti, come “aroma (mandorla)”, devono essere dichiarati con precisione. Queste indicazioni devono riflettere gli ingredienti effettivamente utilizzati, garantendo trasparenza e sicurezza per i consumatori.

Il significato di “può contenere tracce di…”

Il dottor Marcello Tirani, direttore del Sian di Ats Brianza, ha chiarito il significato dell’indicazione “può contenere tracce di…”, spesso presente sulle etichette. Questa dicitura avverte i consumatori allergici della possibile presenza accidentale di allergeni, nonostante le precauzioni adottate. Tuttavia, non deve essere usata come una scorciatoia. Le aziende sono tenute a seguire rigide norme igieniche, controllare i processi produttivi e, se necessario, effettuare analisi per verificare l’efficacia delle pulizie, specialmente nelle aree più critiche. L’uso di questa dicitura deve basarsi su una reale valutazione del rischio, non su un approccio precauzionale generico.

Controlli senza sosta per la prevenzione

Le ispezioni del Sian non si limitano agli orari diurni, ma si estendono anche a quelli serali, notturni e nei fine settimana, spesso in collaborazione con le forze dell’ordine. L’obiettivo principale è identificare e correggere eventuali criticità negli stabilimenti alimentari, promuovendo la responsabilità degli operatori e prevenendo rischi per la salute, come le malattie trasmesse dagli alimenti. Questo approccio combina vigilanza e sensibilizzazione, con l’intento di costruire un sistema alimentare più sicuro e affidabile.

L’importanza di una gestione responsabile

Gestire correttamente gli allergeni va oltre il rispetto delle norme: è un atto di attenzione verso i clienti. Informazioni precise, pulizia efficace, applicazione delle procedure Haccp e personale adeguatamente formato sono i pilastri di un ambiente sicuro. La sicurezza alimentare nasce dalla consapevolezza e dall’impegno quotidiano di tutti gli attori coinvolti, un lavoro condiviso per tutelare la salute dei consumatori e garantire esperienze culinarie senza rischi.