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Una storia di resilienza

E lo ha fatto a partire dalla sua pagina Facebook, dove ha condiviso i video, diventati virali, in cui racconta la sua storia e chiede giustizia. Già, perché Matteo dopo l’incidente ha dovuto affrontare ben due processi: uno con la titolare del negozio dove è avvenuto l’incidente e l’altro con i medici che lo hanno preso in cura. Nel primo processo, ora concluso, la giustizia è arrivata, anche se i soldi no. La titolare è stata condannata dalla Corte di Cassazione a pagare una provvisionale. “Ancora non ho visto neanche un centesimo”, dice Matteo, che ora sta portando avanti il processo contro i medici che lo hanno preso in cura.

La negligenza dei medici

Non è mai stato fatto un esame obiettivo del braccio”, racconta. “Sono stato trattenuto solo una notte e rimandato a casa il giorno dopo. Dopo una settimana mi sono ripresentato in ospedale e mi hanno subito ricoverato. Ero disperato perché non muovevo più il braccio destro. Mi hanno tenuto ricoverato altre due settimane. Ma ormai era troppo tardi”. Matteo affronta così numerose operazioni, l’ultima a ottobre 2017 quando gli viene amputato il braccio. Quando gli chiediamo come ha spiegato la situazione ai suoi figli, spunta un sorriso: “Gli ho detto che tra poco farò un braccio alla Iron Man, il loro super eroe preferito. Loro sono entusiasti!”.