'Giacomo Bozzoli non voleva costituirsi': la Procura di Brescia svela un particolare dopo l'arresto dell'omicida dello zio
Dopo dieci giorni di ricerche in Francia, Spagna e persino fuori dai confini europei, Bozzoli arrestato nella sua casa di Soiano del Garda
Arresto di Giacomo Bozzoli: fine della latitanza in Italia
La cattura di Bozzoli segna la conclusione di una vicenda giudiziaria complessa e drammatica, che ha visto il coinvolgimento di vari gradi di giudizio e ha tenuto alta l'attenzione mediatica su Marcheno e Soiano del Lago.
La Procura di Brescia: l'esecuzione dell'Ordine di Carcerazione
La Procura della Repubblica di Brescia ha diffuso una nota ufficiale in cui viene dettagliato l'arresto di Giacomo Bozzoli. "Alle ore 17:45 di oggi - si legge nella nota - i Carabinieri del Comando provinciale di Brescia hanno dato esecuzione all'ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica di Brescia a carico di Bozzoli Giacomo a seguito di sentenza di condanna definitiva all'ergastolo emessa dalle corti d'assise di Brescia di primo e secondo grado, per l'omicidio di Bozzoli Mario".
Questo atto conclude definitivamente la latitanza di Giacomo Bozzoli, riportando un senso di giustizia per la famiglia e la comunità di Marcheno e Soiano del Lago, che hanno vissuto con grande apprensione questi ultimi giorni.
La scomparsa di Mario Bozzoli e il Processo
La scomparsa di Mario Bozzoli risale all'8 ottobre 2015. L'imprenditore, sposato e con due figli, non è mai tornato a casa quella sera dopo il lavoro. Le indagini, iniziate subito, hanno portato alla scoperta di tensioni familiari e sospetti su un possibile coinvolgimento dei nipoti. Giacomo Bozzoli è stato condannato all'ergastolo il 30 settembre 2022 per l'omicidio e la distruzione del cadavere dello zio, con la Corte che ha inviato gli atti alla Procura per valutare ulteriori reati per il fratello di Giacomo e per due operai presenti la sera del delitto. Nonostante la condanna, il corpo di Mario Bozzoli non è mai stato trovato, ma gli indizi raccolti dai giudici convergono su Giacomo come autore del crimine, motivato da odio ostinato e interessi economici familiari.