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Sorriso. Si parte da quella parola lì. "Proprio bella. C’è dentro tanto: condivisione, speranza, ringraziamento. Il sorriso non mente". Un giorno ha trovato una frase di Marc Levy e ha voluto condividerla attraverso i social: "Se tutti lo facessero anche solo una volta al giorno, regalare un sorriso, immagina che incredibile contagio di buon umore si espanderebbe sulla terra". Perché poi sono di quelli belli e indimenticabili i sorrisi che hanno cambiato la vita di Luca Caldirola, difensore simbolo del Monza, una vita a caccia del pallone fra Italia, Olanda e Germania, passando anche dalla maglia azzurra di tutte le Nazionali giovanili, dopo gli anni con la maglia dell’Inter da bimbo, ragazzo e giovane uomo. Li trova in quelle stanze e quei corridoi della sezione pediatrica dell'Istituto dei Tumori di Milano: "Momenti che stanno nel cuore. Sempre".

Luca Caldirola e l'incontro con Antonio

Luca racconta il suo incontro con Antonio, papà di Filippo, scomparso nel 2018: 

Un giorno del 2022 mi chiamò un amico chiedendomi di battere il calcio d’inizio di una partita di beneficenza a Meda, in Brianza. Lo conobbi, mi raccontò di Filippo e di una associazione che aveva fondato. Quando tornai a casa carezzai mia figlia e dissi a mia moglie: non posso stare fermo a guardare. Ti avvicini a queste situazioni solo quando ti toccano da vicino, prima capita spesso di non pensarci. Da quel momento ho conosciuto persone splendide che facevano gesti bellissimi senza chiedere nulla in cambio.

Luca e le iniziative di "Insieme per Fily"

Dall'esperienza di Filippo nascono iniziative che portano speranza e supporto a chi affronta la malattia. Antonio e sua moglie hanno fondato "Insieme per Fily", proseguendo il percorso iniziato da Filippo durante le sue lunghe degenze ospedaliere: "Aveva per tutti un sorriso e una parola di conforto, condivideva con gli altri bambini e bambine patatine, cioccolatini, caramelle...", ricorda Caldirola.

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