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Secondo il sondaggio, il carico di lavoro eccessivo è il fattore principale di stress per oltre la metà dei dipendenti pubblici lombardi, pari al 50,5%, seguito dalla carenza di personale dovuta alla mancata copertura del turnover. Il 60% degli intervistati dichiara di sentirsi stressato spesso o sempre, un dato che sottolinea la gravità della situazione. A soffrire maggiormente sono le donne, il personale sanitario e i lavoratori che operano su turni. Lo stress ha conseguenze pesanti: per il 93,4% influisce negativamente sul bilanciamento tra vita e lavoro, per il 92% causa problemi fisici e disagio psicologico, per l’88,4% genera demotivazione e insoddisfazione, e per l’83,1% porta a un senso di isolamento. Circa sette lavoratori su dieci lamentano l’assenza di supporto da parte delle strutture in cui operano per gestire queste difficoltà.

Stipendi inadeguati e fuga dal pubblico impiego

ufficio

Un altro dato significativo riguarda la retribuzione: per l’83,2% dei dipendenti pubblici lombardi, lo stipendio è insufficiente rispetto al costo della vita, un problema che scoraggia molti dall’intraprendere una carriera nel settore pubblico. A questa difficoltà si aggiungono le scarse opportunità di crescita professionale, che contribuiscono a rendere il pubblico impiego meno attrattivo. Angela Cremaschini, segretaria generale della Cisl Fp Lombardia, ha sottolineato come il blocco contrattuale tra il 2010 e il 2019 abbia causato una perdita del 16% del potere d’acquisto rispetto al settore privato. Questo gap tra stipendi e carovita rende complesso coprire i buchi negli organici attraverso i concorsi, alimentando una fuga di personale. Cremaschini ha ribadito la necessità di rinnovare i contratti scaduti per affrontare queste criticità.

Le difficoltà del settore sanitario

Il settore sanitario emerge come uno dei più colpiti. Oltre alle aggressioni, i lavoratori della sanità devono affrontare turni estenuanti e un senso di insicurezza costante, che amplificano il loro livello di frustrazione. Cremaschini ha evidenziato anche la necessità di tutela contro le violenze: nel contratto non siglato della sanità erano stati proposti il supporto psicologico per le vittime e la costituzione dell’ente come parte civile nei processi, misure pensate per non lasciare soli i lavoratori che subiscono atti di violenza durante il servizio. Questi problemi, uniti a carenze organizzative e carichi di lavoro insostenibili, smentiscono l’immagine stereotipata del dipendente pubblico come privilegiato, mostrando invece una realtà di grande disagio.