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La vicenda va oltre il campo. Urlare il nome "Mussolini", sia pure in un contesto sportivo, non può essere considerato un gesto neutrale. È inevitabile che il peso di quel cognome evochi fantasmi del passato, che non dovrebbero mai essere banalizzati o associati a momenti di leggerezza collettiva. Anche in un gioco come il calcio, dove il tifo spesso trascende la riflessione, occorre essere consapevoli delle implicazioni di ciò che si celebra.

Lo ha ricordato bene l'inviato di Repubblica su X: 

Romano Floriani Mussolini ha scelto di portare sulla maglia della Juve Stabia il cognome della madre e dunque del bisnonno dittatore criminale. Le braccia tese dei tifosi mentre lo speaker scandisce #Mussolini chiudono il cerchio e raccontano lo spirito di un tempo cupo e fetido. 

Mentre Floriani Mussolini prosegue il suo cammino da giovane promessa calcistica, la responsabilità di dare significato ai cori e alle acclamazioni resta nelle mani di chi li alimenta. Il calcio, per quanto emotivo, non dovrebbe mai diventare un pretesto per dimenticare il peso delle parole e dei simboli.

Il video del gol di Floriani Mussolini

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