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Chissà se dichiarare ai quattro venti che ieri non ho seguito in TV la gara del Monza a Venezia significa certificare di non essere più innamorato dei colori biancorossi. Come ho già scritto in precedenza, forse per qualcuno che pur mi conosce da decenni è una conferma che il mio amore ultra cinquantennale non è mai stato forte ed intenso. Lasciamoglielo pensare e dire nuovamente…Anzi no, per dire occorre parlare e questo interromperebbe il silenzio in cui costui è caduto da tempo.

Dunque, non ho visto la gara di Venezia. Non l’ho vista perché temevo fortemente, come accaduto, che sarebbe coincisa con una nuova sconfitta. E non volevo procurarmi l’ennesima fitta al cuore. Molto meglio una bella passeggiata all’aria aperta sulle sponde di uno dei tanti laghi lombardi. Alla ricerca di un mondo normale, se esiste ancora. Perché quello attuale non è più (o forse non è solo) “quel mondo di ladri” che negli anni Ottanta citava Antonello Venditti, cantautore ben conosciuto a Monzello da chi, lupus in fabula sul tema, sostiene che “certi amori non finiscono, fanno giri immensi e poi ritornano”. Quello attuale, dicevo, è un mondo di pazzi.