Limbiate, aveva fatto da prestanome a noto boss della mafia: ecco la condanna
Per Massimo Gentile lunga pena per associazione mafiosa. Il suo nome legato a Messina Denaro
Nato a Erice nel 1972 e residente a Solaro, Gentile si trasferisce in provincia di Monza nel 2019, dopo aver ottenuto un impiego pubblico presso il Comune di Limbiate. In passato aveva anche vinto un concorso per un incarico presso il Comune di Turate, in provincia di Varese. A Limbiate, tra le sue responsabilità rientrava anche la gestione dei fondi del Pnrr.
L'accusa: identità prestata al boss trapanese
L'accusa sostiene che Gentile abbia fornito la propria identità a Messina Denaro, capo indiscusso del mandamento di Castelvetrano e della mafia nel Trapanese, considerato uno dei boss più importanti di tutta Cosa nostra, permettendogli così di acquistare e assicurare un'auto e una motocicletta per i suoi spostamenti. Il legame con il boss trapanese affonda le radici nei vincoli di parentela.
Le indagini e il contesto mafioso
Secondo le indagini, Gentile è stato arrestato insieme ad altri due insospettabili per aver agevolato la latitanza dell'ultimo boss stragista, morto il 25 settembre 2023. I documenti raccolti dagli inquirenti evidenziano che Gentile, iscritto all'Ordine degli Architetti dal 2001 e successivamente sospeso per motivi disciplinari, ha lavorato nel 2017 presso un'azienda di Campobello di Mazara, gestita dalla moglie di Andrea Bonafede, personaggio legato a Cosa Nostra.